InformaChi siamo al tempo del corona virus...

Chi siamo al tempo del corona virus…

In tempi di coronavirus – La storia ci sta riscrivendo, facendoci passare tutti dentro una strettoia e quando potremo riaprire la porta non potremo far finta che non sia successo niente: sarà cambiato il mondo fuori e saremo cambiati dentro. Tutti.
Allora pensiamo ADESSO a ripartire e a rifondare un mondo nuovo, dopo che nel vecchio (che stiamo lasciando, cambiando pelle) un virus trasversale ha livellato la società a velocità supersonica scardinando ogni falsa certezza e rivelando che le nostre economie sborone sono dei giganti d’argilla.
In tutti noi si è aperta una grande ferita, ma sta soltanto a noi non farci venire infezioni che non vogliamo, sta a noi guarirla, scatenando le nostre capacità innate e uniche, la voglia di vivere e di andare oltre, la curiosità che è un formidabile combustibile della vita…

Invece di passare le giornate a dare la caccia ad un colpevole e ad abbuffarci di becere ipotesi degne di un complottismo faidate adatto ai bruti e agli stolti che si bevono tutto e si fanno manipolare dal primo che apre bocca e le dà fiato… informiamoci con cura, selezionando i migliori addetti ai lavori (virologi, ricercatori, medici, sociologi, liberi pensatori fuori dal coro) ma sempre scremando molto, ascoltando e leggendo tutto alla giusta distanza e senza accanirci a cercare ora i responsabili per giustiziarli, restando agganciati energeticamente a pensieri a bassissima frequenza.
C’è ancora troppa confusione, paranoia e faziosità nel Campo per avere risposte soddisfacenti.

Chi ha sbagliato? Di chi è la colpa? Di un cinese che giocava al piccolo chimico in laboratorio? di un pipistrello? Quello se ne sarebbe stato molto volentieri con il suo bel virus nelle sue fitte boscaglie invece di esser catturato e trascinato in un mercato sudicio e privo di norme igieniche (come ovunque e sempre in Cina) e messo a contatto con un malcapitato pangolino che avrebbe preferito anche lui starsene in Africa a mangiar formiche per i cazzi suoi piuttosto che essere mangiato come una delicatessen in un altro continente e vivendo il rischio di estinguersi del tutto e di essere pure il veicolo del salto di specie di un virus…

Fondamentalmente l’uomo fa un gran casino, non sa rispettare la natura e tantomeno la biologia e anche stavolta tante, troppe cose gli sono sfuggite di mano. Se ci aggiungiamo poi il caos creato dai conflitti sul 5G, i vaccini polivalenti, lo smog appestante nelle grandi città, il junk food che impazza, l’utilizzo di antibiotici e di antidepressivi come piovesse, 37mila militari armati fino ai denti che scorrazzano in Europa, l’elettrificazione della terra in aumento esponenziale… e il polpettone è al completo.
E rimane sullo stomaco perché è difficile e spesso impossibile districarsi nel fuoco incrociato e incontrollato (e sfibrante) delle informazioni contraddittorie diffuse a raffica….
E diventa una prova di assoluta maestria rimanere attenti, centrati e cauti, circondati come siamo da legioni di improvvisati tuttologi che sentenziano e pontificano su tutto senza contenimento alcuno.

E allora via al galoppo influencer e opinionisti a cavalcare le domande assillanti: è stato un evento imprevedibile come un attacco terroristico o sapevano tutto da mesi? Ce l’hanno taciuto strategicamente per sterminarci? Per estinguere strati sociali e rovinare migliaia di aziende per ricomprarsele con pochi spicci? Per raccogliere immense ricchezze nelle mani di una manciata di spietati strateghi? e potrei andare avanti ore e giorni…
Se continuiamo a pensare a ogni circostanza con la lente del sospetto, del complotto, della fregatura sempre e comunque e se poi ci abbuffiamo per ore di tg (grondanti bollettini con numeri scorretti, confondenti e dunque inascoltabili) perdiamo di lucidità e ci saturiamo di ansia e di rabbia, mentre è il tempo di fare la punta col temperamatite al buon senso, al discernimento, alla calma, alla creatività e alle risorse naturali che ciascuno possiede in modo unico e soprattutto di potenziare le nostre competenze, di affinare il fiuto, di alzare la visione e le frequenze dentro e attorno a noi….

Mai come oggi è concesso (ai sani e ai fortunati che stanno a casa e non in trincea) un tempo extra ordinario per riflettere su chi siamo e su cosa desideriamo fare ADESSO, per eliminare le zavorre, per chiarire ambiguità e incompresi con chi amiamo, per comunicare con serenità, per giocare e raccontare favole ai nostri bimbi, per insegnare o imparare le ricchezze della nostra tradizione, per buttare gli scheletri dagli armadi, per apprezzare i piccoli gesti semplici tornando a valori archetipici di piacere e fratellanza, e per riassaporare l’essenza minimalista delle nostre esistenze.

ADESSO è il tempo di passare da uno stato di allarme e di sopravvivenza ad un assetto di esistenza consapevole, illuminata da piccole e grandi azioni etiche e solidali.
Di stabilizzare il campo con costanti comportamenti individuali improntati all’armonia e alla compassione.
Di creare un campo personale sicuro e ad alta frequenza che si nutre di bellezza, di allegria e di generosità, e che sa vivere la potenza insostenibile e stupefacente dei silenzi.
Di accettare i momenti di paura senza combatterli, ma accogliendoli tutti, e ricordandoci che ciascuno di noi ha delle risorse innate per accedere a stati di benessere e di pace.
Di imparare ad avere pazienza e ad ascoltare, visto che ascolto e pazienza sono merci rarissime di questi tempi.
Di vibrare nella gratitudine.

Rispettare le restrizioni significa non soltanto fare prima ad uscire da questo stato di attesa e di prigionia, da questa terra di nessuno, ma anche osservare cosa significa per noi restare in casa, l’effetto che produce in noi: è insopportabile e devastante? è una vacanza? un alibi per scappare ancora una volta all’immersione dentro di noi o per sottrarci alla responsabilità di diventare esseri consapevoli? un regalo inatteso? uno strazio senza senso? un’incredibile opportunità?…
facciamocela questa domanda.

Il virus che sta cappottando il mondo porta con sé un messaggio energetico, essendo esso stesso un’informazione e quindi una manifestazione della natura e del nostro modo di vivere e ci suscita ancora più orrore perché fa collassare i polmoni che nel simbolico degli organi è un’area collegata alla tristezza, alla paura di morire, alla mancanza di libertà, allo scambio con l’esterno, al primo respiro di vita e all’ultimo…
Ma la malattia in sé non è qualcosa da combattere o da soffocare, bensì qualcosa di sensato da ascoltare; non è una punizione divina o un errore della natura, o pura sfiga, ma una reazione del corpo per salvarci o per comunicare (magari urlando) a delle menti diventate sorde e anestetizzate da una vita innaturale e contro ogni minimo buon senso.
Può essere una spinta energetica a trovare nuovo equilibrio e contatto con se stessi quando si è smarrito il rapporto con il sacro, la propria natura, la direzione, la trascendenza, i bisogni profondi, il mistero…

Dopo lo choc collettivo e la reazione di rabbia e di angoscia ADESSO è il tempo di dedicarsi alla riparazione-guarigione.
Di prenderci cura di noi e degli altri come non l’abbiamo mai fatto prima e recuperando la gentilezza in ogni gesto, quella gentilezza che noi adulti abbiamo dimenticato al punto di non saperla più insegnare ai nostri figli e nipoti.

ADESSO è il tempo di imparare ad aprire una telefonata con un “come stai” nel quale ci predisponiamo (finalmente e veramente) all’ascolto della risposta dell’altro, per poi magari chiudere la conversazione con un “ti voglio bene”, senza più darlo per scontato (e vincendo stupidi pudori figli di ottusi pregiudizi del vecchio mondo che ci stiamo lasciando alle spalle), perché potremmo pentirci un giorno di non averlo mai detto.

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