Festeggiamo con i colori il prossimo compleanno con una sana alimentazione : ..e la liquefazione del nostro sistema .. su tutti i fronti ..Anatomia e fisiologia cardiovascolare 09.30 L’aterosclerosi 4.0 ,L’endotelio, l’organo nascosto 11.30 Le principali patologie cardiovascolari, eziopatogenesi, nutrizione cardiometabolica e in nutraceutici ed
integratori utili per l’apparato cardiovascolare.
Una volta, parliamo ancora di una decina d’anni fa, non ere geologiche, c’era la percezione di una quantità di lavoro definita, circoscrivibile e in qualche misura pianificabile, rispetto a cui ciascuno poteva ‘prendere le misure’, e poi scavarsi i tempi per la ricerca, per l’approfondimento, per una riflessione priva di urgenze.
Da tempo, invece, notavamo, la sensazione è di costante rilancio, con un senso costante di (forte o lieve) sopraffazione, di incontrollabilità per un orizzonte in continuo movimento.
Qualunque sia l’insieme di attività su cui ti sei tarato, a ruota continua emergono ‘nuove sfide’, aggiornamenti formali o burocratici, richieste di essere all’altezza di questo o quel parametro (spesso destinato a durare lo spazio d’un mattino, ma non importa), ‘spinte innovative’, irrinunciabili ‘comportamenti virtuosi’ da implementare, richieste di ‘proattività’, nuovi adempimenti, innovative rendicontazioni, ecc. ecc.
A conversazione finita mi sono reso conto che la natura di ciò che avevamo descritto è in verità una vecchia conoscenza sotto mentite spoglie, qualcosa che non riuscivamo a riconoscere solo a causa delle nostre aspettative stereotipate.
Infatti la pressione competitivo-innovativa, con i suoi tratti entropici e psicologicamente debilitanti, è qualcosa di ben noto sul piano delle dinamiche di mercato, dove in teoria dovrebbe avere la funzione di dinamizzare e migliorare la produzione, e dove di fatto si limita a incrementare in margini di profitto, per taluni, e ad erodere le condizioni del lavoro per tutti gli altri.
Però in qualche modo non avevamo una chiara precognizione di come (e se) la pressione competitivo-innovativa potesse presentarsi in un ambito come quello dell’alta formazione pubblica, dove il mercato non c’è.
Eppure eccola qua.
E non è qualcosa di davvero imprevisto, visto che l’intento di ‘assimilare’ il sistema dell’istruzione pubblica al modello della competizione privata è stato reiteratamente dichiarato e rivendicato. E tutti i sistemi implementati a valle dell’autonomia universitaria, volti a creare un ideale agone competitivo tra istituzioni, e tra individui, erano tutto meno che un mistero.
Al contrario.
Solo che credo nessuno avesse chiaro come le cose si sarebbero manifestate concretamente, quali sarebbero state le dinamiche reali e vissute. Anche l’occhio critico dei più socialmente avvertiti era esercitato su immagini-modello come il cottimista, il ‘workaholic’, il bracciante a ore, tutte cose assai lontane dall’atmosfera rarefatta dell’accademia.
Eppure eccoci qua, in un mondo in cui la docenza precaria copre quasi il 50% della docenza effettiva (26.869 vs. 32.197 incardinati), e dove anche gli incardinati vengono centrifugati e ‘dinamizzati’ da un sistema di richieste in continuo movimento, che lasciano alla cura della ricerca e dell’insegnamento le energie residuali.
Ed è un mondo avviato verso i lidi gloriosi che si stanno esperendo in altri paesi dove, sulla base dell’idea di un sollecito “servizio al cliente-consumatore”, si replicano lezioni registrate di docenti defunti, o si propone l’idea di “lezioni on demand”, ecc..
Naturalmente, a questo mondo ci sono sempre un sacco di persone che stanno peggio di te (chiunque tu sia, qualunque cosa tu faccia). E questo, nello specifico, apre alla possibilità di liquidare i problemi della formazione pubblica superiore come problemi ‘da privilegiati’.
Vero. I margini di peggioramento ci sono sempre, e perciò l’idea di tenere un basso profilo può sembrare saggia e prudente.
Solo che con questo ragionamento, qui come altrove, si finisce sempre solo per accettare il degrado, il logoramento, la dequalificazione, travestiti e glitterati da ‘crescita’, ‘rinnovamento’ e ‘qualità’.
E, sbaglierò, ma non credo che lo sfaldamento e la liquefazione dell’istruzione pubblica terziaria sia destinato ad avere ricadute positive sul resto della società.
—————–un pò di idee sull oro che sale e che scende ——
Buffett non è un fan degli investimenti in oro o qualsiasi altra risorsa non produttiva. In altre parole, l’oro non genererà reddito né produrrà nulla di valore: il suo prezzo è semplicemente basato su ciò che qualcun altro è disposto a pagare per questo.
‘Potresti prendere tutto l’oro che sia mai stato estratto e riempirebbe un cubo. Per quello che vale agli attuali prezzi dell’oro, potresti comprare – non alcuni – tutti i terreni agricoli negli Stati Uniti o avere un trilione di dollari da investire, oppure potresti avere un grande cubo di oro. Quale prenderesti? Quale produrrà più valore?’
Warren Buffett e contanti
Buffett ama avere sempre un’ampia scorta di denaro in contanti (liquidità). A Berkshire Hathaway, Buffett vuole almeno 20 miliardi di dollari in contanti disponibili. Sicuramente non vuole avere tutti i suoi soldi investiti, né vuole prendere in prestito denaro in tempi difficili.
Quindi, mantenere un fondo di emergenza è saggio. Tuttavia, Buffett mette in guardia dal trattare il contante come un investimento, ad esempio utilizzando un conto di risparmio ad alto rendimento o un prodotti simili. Le azioni sono investimenti. I contanti non lo sono. Come dice Buffett: ‘L’unica cosa che ti dirò è che il peggior investimento che puoi avere è il denaro. Tutti parlano del fatto che il denaro è il re e tutto quel genere di cose. Il denaro diventerà meno importante nel tempo. I tuoi investimenti invece diventeranno più importanti nel tempo‘.
SEGNALI DI TRADING GRATIS!
IDENTIFICARE LE OPPORTUNITÀ DI TRADING È ORA PIÙ SEMPLICE
Segnali di Trading GRATIS sono facili da seguire e offrono risultati in tempo reale. Approfitta dell’opportunità di massimizzare i tuoi potenziali profitti.
Warren Buffett e settore immobiliare
Buffett è un fan degli immobili, sia in termini di acquisto di una residenza personale che come investimento. Buffett ha affermato che il mutuo a 30 anni è uno degli strumenti finanziari più vantaggiosi a disposizione dei consumatori e, come investimento, l’immobile è un asset produttivo, il che significa che può essere utilizzato per generare rendimenti. Buffett ha investito in terreni agricoli e in azioni Store Capital che sono presenti nel portafoglio azionario di Berkshire in questo momento.
Warren Buffett e fondi indicizzati
Come accennato in precedenza, Buffett ama le azioni e pensa che gli investitori con un focus a lungo termine dovrebbero investire la maggior parte dei loro soldi in questa asset class. Tuttavia, questo non significa necessariamente che le azioni individuali siano la strada da percorrere per tutti.
Per la maggior parte delle persone, che non hanno il tempo, la conoscenza o le capacità di ricercare e valutare adeguatamente le azioni su cui investire, i fondi indicizzati sono probabilmente la direzione da prendere.
L’idea è che i fondi indicizzati siano garantiti per funzionare altrettanto bene del mercato nel tempo, che storicamente è stato piuttosto forte. E i fondi indicizzati lo fanno con una spesa minima per gli investitori. Afferma Buffett: ‘Tra le varie proposte che ti vengono offerte, se hai investito in un fondo indicizzato a bassissimo costo farai meglio di 90 % di persone che iniziano a investire nello stesso momento‘.
Ti potrebbe interessare: propri risparmi
Warren Buffett e criptovalute
Per usare un eufemismo, Buffett non è un grande fan delle criptovalute come il Bitcoin. Ha paragonato il Bitcoin al veleno per topi e recentemente ha rinnovato le sue critiche, definendolo un ‘dispositivo di gioco d’azzardo‘. Inoltre, Buffett colloca il Bitcoin in una categoria simile all’oro, nel senso che non è un asset produttivo e che la sua tesi di investimento si basa esclusivamente sulla convinzione che qualcun altro alla fine pagherà di più per questo.
Buffett è abbastanza certo che il prezzo delle criptovalute scenderà nel lungo periodo, ma non c’è limite a quanto in alto può arrivare in periodi particolarmente irrazionali.
Conclusioni
In breve, Buffett non è un fan di tenere più denaro a portata di mano del necessario. Finché hai abbastanza denaro per proteggerti in caso di emergenze finanziarie e per approfittare di crolli di mercato e panico, il posto migliore per la maggior parte delle tue risorse (da una prospettiva a lungo termine) è il mercato azionario. E a Buffett non piace investire in asset improduttivi come l’oro e (soprattutto) Bitcoin.
Buffett mira a investire la stragrande maggioranza della sua ricchezza in attività produttive e generalmente consiglia agli investitori di fare lo stesso. Per gli investitori meno esperti, ritiene che i fondi indicizzati siano la strada da percorrere, mentre le azioni possono essere la scommessa migliore per gli investitori con il tempo, la conoscenza e il desiderio di farlo bene.